Londra 2002
Portava occhiali spessi e le piaceva studiare, ma solo quello che voleva lei.
Aveva un carattere indipendente: nascondeva la sua timidezza dietro un sorriso contagioso.
Indossava magliette strette con gonne lunghe e colorate esibendo in casa enormi babbucce verdi a quadri; il caos della sua stanza era elegante.
Offriva spesso da bere e quando fumava parlava sussurrando.
Le piacevano i concerti, interminabili film francesi, le canzoni di un cantante folk irlandese.
Frequentava un corso di teatro e inventava le migliori scuse abbia mai sentito per ritardare il pagamento dell’affitto.
Le piaceva fare l’amore.
Si chiamava Emy.
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