mercoledì 13 giugno 2012
Tu lo conosci Cuccureddu?
Australia 2006
«Vedi bello...»
(Ma bello a chi...!)
«...dobbiamo proseguire verso quelle rocce là dietro, passato il fiume troveremo il rifugio di Chambell Creek dove avevo promesso di portarvi ieri».
«Veramente, Signor Cuccureddu, ha passato l'ultima settimana dicendo che saremmo arrivati presto. Abbiamo girato in tondo per 3 giorni, se non fosse stato per quei due ranger noi...»
«Ehm..., sì, beh ma... sono stato ingannato! L'orsa polare si è spostata, d'altronde siamo ad aprile!
«È vero, c' è il ponte di Pasqua...!»
Conobbi Cuccudeddu assieme a un gruppo di folli che stava organizzando un viaggio fai-da-te nell' entroterra australiano. Io ed altri, colti in un momento di debolezza ci aggregammo alla brigata.
Dopo 40 minuti di assolato deserto, Cuccureddu saltò su una roccia e si autoproclamò "Capo divino dell'universo" prendendo il controllo della sciagurata comitiva.
Dopo 2 giorni stava sul cazzo a tutti. Sbraitava, soffriva di meteorismo, manie persecutorie e narcisismo acuto, tanto che, in una delle poche soste alla marcia forzata intrapresa, riuscì a convincere con l' inganno due sposini di Cremona a costruirgli una portantina che alcuni sventurati portarono per miglia e miglia.
Sempre in cima alla colonna umana nel deserto, Cuccureddu venne presto soprannominato "il bandiera" a causa di un orrendo riporto svolazzante.
Il quarto giorno perdemmo le tracce di due pensionati di Campobasso.
Il quinto, l' intera comitiva INPS era perduta.
Deciso ad arrivare a Chambell Creek nei tempi prefissati, Cuccureddu ci aveva fatto passare attraverso la Valle della morte, luogo ove neppure gli aborigeni osano addentrarsi. Lì, lasciammo Mario Scotti, bidello di scuola elementare che ai bordi della valle venne rapito dall'ultima tribù di cannibali del continente.
Un aereo con soli 5 posti ci aspettava oltre la duna. Ignobili ma felici, lasciammo il "Capo divino" al suo destino. Durante il decollo, i più generosi, lanciarono dal finestrino alcune borracce.
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