lunedì 30 aprile 2012
La mantide
Madrid 2002
Ines era una creatura procace dai capelli color grano, gli occhi di ghiaccio e un culo di marmo.
Ella osteggiava a piacere sicurezza e ingenuità, chiunque di noi avrebbe desiderato possederla per ore.
Lo sfortunato protagonista fu Jorge: 1 e 90, palestrato e moro. Giocatore di rugby, usava indossare un pugno di cotone nelle mutande.
Il fatto cominciò in un locale del centro quando un incosciente giovane presentò la mantide alla sua preda.
In breve tempo, raccontando le più grandi boiate abbia mai sentito, Ines divenne regina incontrastata dell' ingenua realtà del palestrato.
Sotto soffocanti maratone di sesso, unite a una bugiarda e vile adorazione per il suo compagno, Ines mostrò con piacere le sua vacanze pagate ad Ibiza, Amsterdam e Marocco, i suoi nuovi abiti firmati, la Ferrari presa in affitto per un mese e 2 orribili volpini omosessuali.
Dopo poche settimane, quello che all' inizio era solo un sospetto si concretizzò in una piccola tragedia umana.
Il palestrato era diventato un ignobile individuo, un inetto a vivere: vigliacco, ingeneroso, costantemente preso dal sospetto, noioso e pedante. Una larva umana.
La parassita partì dall' aeroporto di Madrid una mattina di Marzo col volo delle 9.15 diretto a Caracas, dove ad attenderla era un manager finanziario cinquantenne.
A distanza di tempo, voci incontrollate raccontavano che facesse la Barista a Bogotà, la modella a New York, la suora a Calcutta.
Alcuni dei frustrati spasimanti, rimasti a bocca asciutta, giuravano di averla riconosciuta in più di un film porno.
Jorge ha ripreso gli allenamenti e non compra più cotone.
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