martedì 8 maggio 2012
George.
Edimburgo 2007
George è un ragazzo proveniente da Aberdeen, ridente cittadina della costa est scozzese.
Di corporatura robusta, capelli chiari e gambe a X, portava con invidiabile nonchalanse una perenne pancetta calante.
Il nonno imprenditore possedeva i diritti a livello mondiale del brevetto dell' olio di palma e campava di rendita. Il nipote era cuoco nei peggiori pub di Edimburgo.
Dipendente dall' uso di alcol, MDMA e pasticche, George si vantava di aver bevuto per errore un' itera confezione di Popper durante un rave a Manchester, subendo una prognosi di soli 2 giorni e una lavanda gastrica che disse di voler un giorno ripetere.
Gli effetti della merda che si gettava in corpo subivano una sorta di cortocircuito con il suo carattere goliardico, socievole, talvolta più ingenuo di quanto eravamo noi stessi.
Tornato dai peggiori festini della Scozia aveva l' abitudine di ballare assieme allo scopettone ancora umido nella cucina del ristorante ascoltando musica metal.
Ancora oggi, alcuni tra i più vili camerieri rimpiangono di non averlo filmato.
Nel periodo in cui abbiamo lavorato insieme, uscimmo molte volte a far baldoria per le strade della capitale scozzese dove il folle ebbe l' occasione di:
- Abbracciare un enorme cactus posto all' ingresso di un locale.
- Saltare dal secondo piano di un palazzo rompendosi il femore.
- Procurarsi sesso orale da una ragazza brasiliana nell'affollato bus numero 15 delle 8.30 del mattino.
- Bere più volte, al termine del turno di lavoro, 8 Peroni: tanto da non ricevere alcun salario alla fine della settimana ma dover essere lui, a pagare il principale.
- Diventare bisessuale.
L' ultima volta che lo vidi aveva tatuata una scritta alla base del collo. Scordai alla svelta la frase.
La madre, santa donna sempre presente, evitava di portarlo alle udienze per il divorzio con il padre, gentiluomo che abbandonò entrambi una volta escluso dall' eredità testamentaria del nonno.
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