venerdì 20 luglio 2012
Era nuda alla finestra.
Leith Walk, Edimburgo 2003
"D'inverno aspetto sempre la notte al freddo più gelido per vedere il mio respiro volare alto. Bianco, breve, fuggevole.
Come per il giorno le nuvole, fantastico le sue forme mentre libero si distacca da me, lo seguo per fissarlo sullo sfondo del cielo nero.
Ed io che non posso volare, al respiro affido le mie speranze; l'illusione di aver dato vita a un messaggero, e un altro, e un altro ancora: ognuno con un pensiero, ognuno imperfetto, ognuno con l'ignoto destino che porta con sè la paura e il coraggio.
Nascono, e si aggrappano a ogni idea, la liberano dalla carne, volano via. Danzano come amanti per poi posarsi sulle cose, trascinando quelle idee, quella passione, quell'attimo inconsapevole che si perde, e vive solo nel ricordo di un respiro al quale affido ogni volta me stessa".
mercoledì 11 luglio 2012
Il gatto che non c'è.
Edimburgo 2000
El Patio è un piccolo ristorante italiano in Hanover Street nel centro di Edimburgo.
I proprietari, una coppia di emigrati napoletani, lo gestisce con amore da oltre 30 anni.
I due paiono usciti da una fiaba: lei, manager piccola ma agguerrita concede talvolta un profilo materno; lui, lo chef del posto,basso e tozzo, era sopravvissuto 40 anni nel Regno Unito grazie alla proverbiale gestualità italiana e una lingua a metà tra l’ inglese del porto e il dialetto di Pozzuoli.
Ma i due gnomi custodivano un segreto celato tra gli scaffali del sottotetto. Lì, tra damigiane di vino e casse di pomodori, era da tempo rinchiuso un gatto senza nome dal pelo maculato e lungo, schivo e dal brutto carattere.
Tale felino, nato e cresciuto dentro quel magazzino, aveva il compito di cacciare i topi, ghiotti del cibo raccolto nella dispensa. Dopo anni in quel sottoscala il gatto era quasi diventato cieco.
La poca libertà concessagli era di vagare, il martedì e il giovedì, al di fuori del sottotetto, scendendo giù fino al salone del ristorante.
Una sera un distratto cameriere lasciò appena accostata la piccola finestra accanto alla macchina del caffè.
Il felino si fermò a lungo davanti all’apertura contemplando l’esterno, annusando la fredda aria d’inverno.
Con un balzo elegante uscì dalla finestra per trovarsi in mezzo al largo marciapiede colmo di gelida neve. Si guardò attorno accennando un tenue miagolio. Fece qualche balzo in avanti tra la neve, ci si rotolò dentro e scomparve per sempre.
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